Riflessioni sull’uso del telegrado per misurare la difficoltà…
Inviato: lun apr 08, 2024 3:09 pm
È invalsa, ormai da qualche tempo, l’abitudine di misurare le difficoltà, quindi ordinarle su una scala attraverso l’attribuzione del grado, usando uno strumento – il telegrado – che consente, con una buona approssimazione, di esprimere il grado senza più dover fisicamente scalare il tiro. Ci sono telegradi a grandi distanze. Che permettono di gradare i tiri rimanendo ben lontani dalle pareti.
Se tutto ciò ha facilito indubitabilmente la stesura di corposissime guide d’arrampicata, non altrimenti realizzabili nel corso di una singola vita, ha però anche lo svantaggio di produrre dei frutti avvelenati…
Siamo d’accordo, il grado in fin dei conti, apparteneva ad una ontologia soggettiva, quindi materia di opinioni e valutazioni, appunto soggettive. Ma attraverso la conoscenza storica, quindi l’epoca, la persona che gradava, ecc… ci si poteva rendere conto, realisticamente, di una presunta difficoltà oggettiva.
Con l’uso sistematico del telegrado, invece, ossia attraverso l’attribuzione solo strumentale, se da una parte rende possibile e riduce le variazioni soggettive, come dicono i loro estimatori, rende paradossalmente anche molto più incerte e ambigue tutte le classificazioni che oggettivamente non tengono conto – e non ne possono tenere – di tutte le sensazioni soggettive, che, per quanto oscure e confuse, possono intervenire durante la salita fisica del tiro…
Che ne pensate?
Se tutto ciò ha facilito indubitabilmente la stesura di corposissime guide d’arrampicata, non altrimenti realizzabili nel corso di una singola vita, ha però anche lo svantaggio di produrre dei frutti avvelenati…
Siamo d’accordo, il grado in fin dei conti, apparteneva ad una ontologia soggettiva, quindi materia di opinioni e valutazioni, appunto soggettive. Ma attraverso la conoscenza storica, quindi l’epoca, la persona che gradava, ecc… ci si poteva rendere conto, realisticamente, di una presunta difficoltà oggettiva.
Con l’uso sistematico del telegrado, invece, ossia attraverso l’attribuzione solo strumentale, se da una parte rende possibile e riduce le variazioni soggettive, come dicono i loro estimatori, rende paradossalmente anche molto più incerte e ambigue tutte le classificazioni che oggettivamente non tengono conto – e non ne possono tenere – di tutte le sensazioni soggettive, che, per quanto oscure e confuse, possono intervenire durante la salita fisica del tiro…
Che ne pensate?