FuoriVia

Da molti anni supporto molte onlus in vari campi: difesa ambiente, carità, diritti umani e protezione animali, difesa dell'infanzia.

Sempre di più però vedo che molte di queste organizzazioni operano di fatto come aziende, utilizzando tecniche di marketing, vendendo prodotti e offrendo gadget e quindi ho sempre di più il dubbio che di fatto la loro attività non sia altro che un prodotto da vendere e che lo scopo ultimo sia il fatturato ricavato dalla raccolta fondi.

Ad esempio il WWF, che è una delle più spostate verso questi aspetti, anche se è una Organizzazione molto riconosciuta in tema di difesa dell'ambiente, di fatto non ha una struttura di volontari dal basso come una vera associazione (tipo Legambiente o Greenpeace) e questo mi fa sospettare che lo scopo ultimo sia quello di lucro.

Voi avete esperienze in questo ambito? Cosa ne pensate

A me sembra che molte siano fini a se stesse.
Se non per motivi di lucro, e' perché sennò je toccava anna' a lavora'

Però non voglio fare di tutta l'erba un fascio e spero e credo, che altrettante facciano bene il loro lavoro

Non ho esperienze ma sensazioni. Basate su quella che è la società in cui viviamo, in cui soldi, potere, carriere, verniciate di bene pubblico, determinano le vite di molti.
Per fidarmi di qualcuno devo avere trasparenza e coerenza fra scopi dichiarati e azioni, personaggi credibili, testimonianze attendibili. O evidenze.

Altrimenti parto dal pregiudizio che siano fregature.

Esistono anche le vie di mezzo, cioè carrozzoni che fanno quello che dicono e nel mentre "allattano" una pletora di professionisti della beneficenza.

Secondo me le organizzazioni partono con buoni propositi, poi quando crescono il giro di soldi e il numero di persone aumentano talmente tanto che rischiano di diventare aziende normali, con fatturato e dipendenti da 'soddisfare'.
Il problema maggiore a mio modo di vedere è quanti dei soldi donati vadano direttamente alle iniziative e quanti invece servano a mantenere il carrozzone, l'impressione in molti casi è che la proporzione sia sbilanciata.
Forse meglio consegnare brevimano a chi sta sul campo.
Io comunque ho avuto l'opportunità di conoscere una persona che per dieci anni è stato operatore di medici senza frontiere, tanto di cappello per i rischi e per l'impegno...e anche l'organizzazione e l'etica dall'alto mi raccontava essere ferrei.

Il mio dubbio non è che queste organizzazioni non facciano le azioni che dicono di fare e che non spendano quello che prendono in quelle campagne. Il mio dubbio è quale sia lo scopo ultimo: se è quello di fare azioni per la causa scelta allora azioni a lungo termine, poco visibili, ma che si ritengono più efficaci possono essere intraprese, se invece lo scopo è la massimizzazione del fatturato (magari non del profitto perché quello non dovrebbe proprio esserci nelle onlus) allora saranno privilegiate azioni più "vendibili", magari a scapito di quelle più efficaci.
Il mio è solo un dubbio che nasce dal vedere che il modo in cui agiscono è molto simile a quello di altre aziende, o comunque basato su metodi di comunicazione molto poco approfonditi, ma che fanno leva su pulsioni ed emotività.

Mia madre è 'abbonata' actionaid ma la mail di riferimento è la mia.
Non ti dico quanta pubblicità (che non leggo mai) mi mandano.
E come fai a controllare che ci fanno coi soldi? Uno spera.
Poi magari resti bidonato, stile Chiara Ferragni.
Se uno non è tranquillo o i soldi sono parecchi, come ho scritto, conviene conoscere qualcuno che opera direttamente e consegnargli i soldi...poi anche lì si va a fiducia ma almeno si elimina tutta la parte 'burocratica'.

L'enorme maggioranza di Onlus o cose del genere, spendono tanti soldi per mandare avanti il loro apparato.
Quando devo fare una donazione, do i soldi in mano a chi penso ne abbia bisogno.

Esempio, recentemente in Marocco, passavo per le zone terremotate. Mi sono fermato dove mi pareva veramente disperata, e ho chiesto di "un responsabile". Era l'Iman locale, e gli ho chiesto dove facevano la spesa, mi ha citato un negozio in un paese distante, e gli ho dato in mano un biglietto per ritirare 50 euro di generi alimentari. Poi sono andato al negozio e gli ho dato i dirham spiegando la storia del biglietto. Quando sono ripassato dopo due giorni, mi ha detto che erano passati, e mi ha ridato il biglietto dell'Iman. Sono certo se li avessi dati all'UNICEF, o onlus similari, forse ne arrivano 5.
Sono cose difficili da fare, ma pagare burocrati, anche no.

Vabbè
Ma non è che tutte le volte può andare lì e escogitare il sistema per far sì che quello che uno da, vada effettivamente a chi ne ha bisogno

(Magari l'Imam si è cuccato la spesa di 50 € e se l'è rivendita, oppure se la è cuccata lui)