[Cima dei Preti] Cengia delle Intorte
Inviato: lun ago 05, 2024 12:38 pm
Un itinerario indicato come mitico che io preferisco inquadrare come 'storico' perché fa parte di quei percorsi che è una vita che senti nominare ma fai fatica a dire come, quando e da chi ti è stato citato per la prima volta.
E infatti della o delle relazioni lette ricordavo solo l'idea che mi ero fatta del punto cruciale, una cengia crollata con una doppia necessaria, nella mia testa mi immaginavo una cengia relativamente ampia e orizzontale, tipo sentiero, che improvvisamente terminava in un salto di una ventina di metri.
Lì era rimasta per anni, finché la notizia di una bollinatura me l'aveva un po' smontata e fatta passare nel dimenticatoio.
Anni dopo una salita a cima Gea, dove il percorso termina, e la vista di una traccia segnalata da qualche bollino mi aveva ancora incuriosito ma niente più.
Ed è quindi casuale il ritorno in auge di questo percorso: una salita alla cima di Collalto da cui più che altro si vedeva il vecchio sentiero che portava al bivacco Baroni, chiuso per frane.
E un giorno non si sa che fare e allora si prova a raggiungere il bivacco, si sbaglia strada e il tempo è brutto, ma si è riconosciuta l'errata deviazione e bisogna tornare.
Ci si riprova ancora una volta, si trova il sentiero chiuso perché lo stanno sistemando, si passa lo stesso, i lavori sono appena iniziati, tutto il resto del percorso è ancora nature, con qualche passaggio da improvvisare o in cui orientarsi.
Il bivacco è bellissimo, merita, non aggiungo altro.
Nel libro, firme che arrivano indietro nel tempo e tante piccole storie di questo posto rimasto isolato, poiché dei tre principali percorsi d'accesso solo uno è ancora ufficialmente aperto e non è comunque banale, e naturalmente la cengia delle intorte, qualcuno l'ha fatta, qualcuno è tornato indietro,
Ci si torna poco dopo con un amico, prima che la conclusione del rinnovamento del sentiero porti su tutti e faccia decadere il fascino dell'isolamento.
Il sentiero è terminato ma per fortuna non ancora conosciuto.
Il dado in ogni caso è tratto, cerco relazioni sui libri, tutta roba vecchia e scarna, su internet trovo solo l'orso Gongo con un racconto di circa quindici anni prima ma con le indicazioni fondamentali che dovrebbero essere ancora valide:
https://latanadellorso.altervista.org/C ... ntorte.htm
Condivido l'uscita col solito amico, studiamo il percorso e ci sembra naturale adattarlo alle nostre esigenze.
Visto il rinnovato sentiero, si potrebbe sfruttarlo per arrivare al bivacco dove pernottare.
Il giorno dopo fare la traversata fino a casera Cavallet, che potrebbe fungere da punto di appoggio in caso di problemi, da cui scendere per il sentiero Cai verso Caralte, e al Col Svalut deviare su vecchie tracce per rientrare direttamente alla macchina, una discesa discretamente lunga ma che ci eviterà le classiche problematiche delle traversate dove punto di partenza e punto di arrivo non coincidono.
Impegni vari e meteo ci portano a scegliere la domenica prima di ferragosto come giorno di avvicinamento, sperando di esser fortunati e non trovare gente al bivacco.
Partiamo in mattinata, non abbiamo fretta, attraversiamo la nuova passerella turistica verso la casera valmontina, che come tutte viene impropriamente chiamata ponte tibetano.
Saliamo con una certa fatica il sentiero dietro la casera lasciandoci alle spalle i rumori della statale che disturbano parecchio la tranquillità del posto.
Raggiungiamo così verso mezzogiorno e mezzo la ricostruita capanna dei boscaioli, un curioso capanno 'triangolare' che sostituisce migliorandolo la precedente costruzione mantenendone le forme.
Ci fermiamo per il pranzo approfittando delle comodità esterne del manufatto. Al termine provo a fare un caffè ma dal fornello non esce gas, capisco che lo spillo non arriva alla valvola, fortunatamente riesco a spezzare la puntina di una vite e utilizzarla come spessore. Lascio il fornello montato per evitare problemi.
Check list per le prossime uscite: controllare alla partenza che il fornello funzioni, altrimenti la cena a base di tortellini in brodo salta.
Ripartiamo e passiamo per le nuove opere, in particolare l'attraversamento della Val del Bosconero che dubito durerà tanto, tornando a essere l'ostacolo maggiore per arrivare al bivacco.
Si risale infine il bosco, qui lavori non ne sono stati fatti e neanche è stata rinnovata la segnaletica, solo aggiunto qualche bollino forestale.
Arriviamo infine al bivacco, il posto come detto è splendido, siamo soli.
È abbastanza presto, ne approfittiamo per andare a vedere una traccia riportata sulla tabacco che dal bivacco scende diretta verso l'imbocco della val dei Preti, che l'indomani ci risparmierebbe la risalita verso la forcella dei Frati.
Peccato che non troviamo niente, niente sentiero, niente tagli, niente ometti, se una traccia c'è non corre dove dice la cartina.
Rientriamo al bivacco, rintracciamo la fonte d'acqua citata dalle relazioni e visto l'abbondanza ne approfittiamo per darci una bella lavata. Nella stessa direzione riconosciamo anche il sentiero che dovremo seguire inizialmente domani, bene, potremo caricare l'acqua alla partenza.
Ceniamo, il fornello funziona, il sole sta tramontando, usciamo a far qualche foto, il bivacco è piuttosto in basso ma ci si gode lo stesso lo spettacolo.
Poi tutti a nanna.
Il riparo da boscaioli.
L'ultimo pezzo del sentiero sistemato.
Al bivacco.
Tramonto al bivacco.
E infatti della o delle relazioni lette ricordavo solo l'idea che mi ero fatta del punto cruciale, una cengia crollata con una doppia necessaria, nella mia testa mi immaginavo una cengia relativamente ampia e orizzontale, tipo sentiero, che improvvisamente terminava in un salto di una ventina di metri.
Lì era rimasta per anni, finché la notizia di una bollinatura me l'aveva un po' smontata e fatta passare nel dimenticatoio.
Anni dopo una salita a cima Gea, dove il percorso termina, e la vista di una traccia segnalata da qualche bollino mi aveva ancora incuriosito ma niente più.
Ed è quindi casuale il ritorno in auge di questo percorso: una salita alla cima di Collalto da cui più che altro si vedeva il vecchio sentiero che portava al bivacco Baroni, chiuso per frane.
E un giorno non si sa che fare e allora si prova a raggiungere il bivacco, si sbaglia strada e il tempo è brutto, ma si è riconosciuta l'errata deviazione e bisogna tornare.
Ci si riprova ancora una volta, si trova il sentiero chiuso perché lo stanno sistemando, si passa lo stesso, i lavori sono appena iniziati, tutto il resto del percorso è ancora nature, con qualche passaggio da improvvisare o in cui orientarsi.
Il bivacco è bellissimo, merita, non aggiungo altro.
Nel libro, firme che arrivano indietro nel tempo e tante piccole storie di questo posto rimasto isolato, poiché dei tre principali percorsi d'accesso solo uno è ancora ufficialmente aperto e non è comunque banale, e naturalmente la cengia delle intorte, qualcuno l'ha fatta, qualcuno è tornato indietro,
Ci si torna poco dopo con un amico, prima che la conclusione del rinnovamento del sentiero porti su tutti e faccia decadere il fascino dell'isolamento.
Il sentiero è terminato ma per fortuna non ancora conosciuto.
Il dado in ogni caso è tratto, cerco relazioni sui libri, tutta roba vecchia e scarna, su internet trovo solo l'orso Gongo con un racconto di circa quindici anni prima ma con le indicazioni fondamentali che dovrebbero essere ancora valide:
https://latanadellorso.altervista.org/C ... ntorte.htm
Condivido l'uscita col solito amico, studiamo il percorso e ci sembra naturale adattarlo alle nostre esigenze.
Visto il rinnovato sentiero, si potrebbe sfruttarlo per arrivare al bivacco dove pernottare.
Il giorno dopo fare la traversata fino a casera Cavallet, che potrebbe fungere da punto di appoggio in caso di problemi, da cui scendere per il sentiero Cai verso Caralte, e al Col Svalut deviare su vecchie tracce per rientrare direttamente alla macchina, una discesa discretamente lunga ma che ci eviterà le classiche problematiche delle traversate dove punto di partenza e punto di arrivo non coincidono.
Impegni vari e meteo ci portano a scegliere la domenica prima di ferragosto come giorno di avvicinamento, sperando di esser fortunati e non trovare gente al bivacco.
Partiamo in mattinata, non abbiamo fretta, attraversiamo la nuova passerella turistica verso la casera valmontina, che come tutte viene impropriamente chiamata ponte tibetano.
Saliamo con una certa fatica il sentiero dietro la casera lasciandoci alle spalle i rumori della statale che disturbano parecchio la tranquillità del posto.
Raggiungiamo così verso mezzogiorno e mezzo la ricostruita capanna dei boscaioli, un curioso capanno 'triangolare' che sostituisce migliorandolo la precedente costruzione mantenendone le forme.
Ci fermiamo per il pranzo approfittando delle comodità esterne del manufatto. Al termine provo a fare un caffè ma dal fornello non esce gas, capisco che lo spillo non arriva alla valvola, fortunatamente riesco a spezzare la puntina di una vite e utilizzarla come spessore. Lascio il fornello montato per evitare problemi.
Check list per le prossime uscite: controllare alla partenza che il fornello funzioni, altrimenti la cena a base di tortellini in brodo salta.
Ripartiamo e passiamo per le nuove opere, in particolare l'attraversamento della Val del Bosconero che dubito durerà tanto, tornando a essere l'ostacolo maggiore per arrivare al bivacco.
Si risale infine il bosco, qui lavori non ne sono stati fatti e neanche è stata rinnovata la segnaletica, solo aggiunto qualche bollino forestale.
Arriviamo infine al bivacco, il posto come detto è splendido, siamo soli.
È abbastanza presto, ne approfittiamo per andare a vedere una traccia riportata sulla tabacco che dal bivacco scende diretta verso l'imbocco della val dei Preti, che l'indomani ci risparmierebbe la risalita verso la forcella dei Frati.
Peccato che non troviamo niente, niente sentiero, niente tagli, niente ometti, se una traccia c'è non corre dove dice la cartina.
Rientriamo al bivacco, rintracciamo la fonte d'acqua citata dalle relazioni e visto l'abbondanza ne approfittiamo per darci una bella lavata. Nella stessa direzione riconosciamo anche il sentiero che dovremo seguire inizialmente domani, bene, potremo caricare l'acqua alla partenza.
Ceniamo, il fornello funziona, il sole sta tramontando, usciamo a far qualche foto, il bivacco è piuttosto in basso ma ci si gode lo stesso lo spettacolo.
Poi tutti a nanna.
Il riparo da boscaioli.
L'ultimo pezzo del sentiero sistemato.
Al bivacco.
Tramonto al bivacco.