[Val Tramontina]Forcella Dodismala in due atti
Inviato: mer mar 27, 2024 8:22 pm
Atto primo
Questo è il riepilogo di due uscite passanti per la forcella del titolo, la seconda delle quali è servita anche a completare il percorso della prima.
Si parte da Inglagna, un paesino perso tra le montagne e già arrivarci in auto è un viaggio che vale la pena, eppur qualcuno ci abita ancora.
Non ci sono grandi cime e neanche grandi scorci, ma si respira aria di natura, di lentezza, anche di decadenza ma dolce non violenta, ci si sente immersi non sopraffatti.
Si parte dicevo dove Inglagna termina e si risale la valle omonima seguendo una vecchia mulattiera, attraversando un paio di volte il torrente.
Si arriva così su una strada asfaltata, a destra e a sinistra due gallerie di pari lunghezza (1700 m) permettono il transito tra i due laghi delle valli affianco mentre sotto il piano stradale corre un canale d'acqua di collegamento.
Noi si prosegue dritti, arrivando alla lapide messa a ricordo di un garibaldino che a suo tempo si rifugiò in una spelonca posta sotto la cresta della montagna. Perché l'escursione ha anche una valenza storica, la forcella è stata punto di passaggio di una certa importanza per la storia d'Italia, lascio alla vostra curiosità la ricerca dei motivi. Proseguiamo quindi sorpassando i ruderi di qualche malga e al bivio che si presenta successivamente andiamo a destra verso la forcella, dove infine arriviamo risalendo il bosco. Dall'altra parte si apre ampio il canale di Meduna ma noi seguiamo un cartello verso sinistra che indica ancora la spelonca del garibaldino, all'inizio per crestina e poi passando sotto dei bei landri.
Raggiungiamo quindi una piccola grotta e mal interpretiamo il cartello alla sua base...solo a casa capiremo che era un freccia e che il garibaldino aveva dormito più comodamente da un'altra parte.
Sopra il grottino una vallecola, e un bollo sbiadito ci invita a salire. Decidiamo di andare a vedere, più si prosegue più la valle impenna, un altro paio di bolli ci confermano di essere da qualche parte, l'ultimo tratto è praticamente in piedi, finché si sbuca in cresta dove possiamo concederci il pranzo e la vicina cima Ropa.
Poco più sotto, nel versante di Meduna, la cartina indica i ruderi di una casera e una traccia nera che dovrebbe riportarci alla forcella.
Scendiamo un po' a sentimento fino a intersecare una vecchia mulattiera con buoni tagli di mughi che ci porta con belle viste sulla valle fino ai ruderi delle stalle Lastreit.
Qui la vecchia cartina indicherebbe di risalire qualche metro per poi spostarsi verso sinistra per tornare alla forcella ma di sentieri nessuna traccia, un tratto dirupato ci impedisce il transito, cerchiamo il passaggio inerpicandoci e arrivando a vedere la forcella dall'alto ma senza possibilità di raggiungerla.
Le giornate sono corte, non ci resta che tornare per dove siamo venuti salvo seguire un paio di scorciatoie.
Questo è il riepilogo di due uscite passanti per la forcella del titolo, la seconda delle quali è servita anche a completare il percorso della prima.
Si parte da Inglagna, un paesino perso tra le montagne e già arrivarci in auto è un viaggio che vale la pena, eppur qualcuno ci abita ancora.
Non ci sono grandi cime e neanche grandi scorci, ma si respira aria di natura, di lentezza, anche di decadenza ma dolce non violenta, ci si sente immersi non sopraffatti.
Si parte dicevo dove Inglagna termina e si risale la valle omonima seguendo una vecchia mulattiera, attraversando un paio di volte il torrente.
Si arriva così su una strada asfaltata, a destra e a sinistra due gallerie di pari lunghezza (1700 m) permettono il transito tra i due laghi delle valli affianco mentre sotto il piano stradale corre un canale d'acqua di collegamento.
Noi si prosegue dritti, arrivando alla lapide messa a ricordo di un garibaldino che a suo tempo si rifugiò in una spelonca posta sotto la cresta della montagna. Perché l'escursione ha anche una valenza storica, la forcella è stata punto di passaggio di una certa importanza per la storia d'Italia, lascio alla vostra curiosità la ricerca dei motivi. Proseguiamo quindi sorpassando i ruderi di qualche malga e al bivio che si presenta successivamente andiamo a destra verso la forcella, dove infine arriviamo risalendo il bosco. Dall'altra parte si apre ampio il canale di Meduna ma noi seguiamo un cartello verso sinistra che indica ancora la spelonca del garibaldino, all'inizio per crestina e poi passando sotto dei bei landri.
Raggiungiamo quindi una piccola grotta e mal interpretiamo il cartello alla sua base...solo a casa capiremo che era un freccia e che il garibaldino aveva dormito più comodamente da un'altra parte.
Sopra il grottino una vallecola, e un bollo sbiadito ci invita a salire. Decidiamo di andare a vedere, più si prosegue più la valle impenna, un altro paio di bolli ci confermano di essere da qualche parte, l'ultimo tratto è praticamente in piedi, finché si sbuca in cresta dove possiamo concederci il pranzo e la vicina cima Ropa.
Poco più sotto, nel versante di Meduna, la cartina indica i ruderi di una casera e una traccia nera che dovrebbe riportarci alla forcella.
Scendiamo un po' a sentimento fino a intersecare una vecchia mulattiera con buoni tagli di mughi che ci porta con belle viste sulla valle fino ai ruderi delle stalle Lastreit.
Qui la vecchia cartina indicherebbe di risalire qualche metro per poi spostarsi verso sinistra per tornare alla forcella ma di sentieri nessuna traccia, un tratto dirupato ci impedisce il transito, cerchiamo il passaggio inerpicandoci e arrivando a vedere la forcella dall'alto ma senza possibilità di raggiungerla.
Le giornate sono corte, non ci resta che tornare per dove siamo venuti salvo seguire un paio di scorciatoie.