[Malnisio]Pala d'Altei
Inviato: mar apr 02, 2024 5:54 pm
Nonostante il titolo, lo scopo principale di questa escursione è stato completare la conoscenza del vecchio impianto idroelettrico della val Cellina.
L'esplorazione è stata portata avanti in più uscite, in più versanti e in più parti, vista la grandezza dell'opera.
Attualmente le principali opere idrauliche che caratterizzano la val Cellina sono la diga di Ravedis al termine della valle, con lo scopo di 'difesa' della pianura dalle alluvioni, e la diga di Barcis, a scopi idroelettrici.
A Barcis ci si arriva rapidamente dalla pianura con una nuova strada, attraverso una serie di gallerie e viadotti, ma non è sempre stato così. Fino a poco più di cento anni fa il collegamento tra l'ultimo abitato della val Cellina, Andreis, e la pianura, era possibile solo attraverso una scomoda mulattiera che risaliva le pendici tra il monte Fara e il monte Jouf fino alla forcella della Croce, per poi scendere verso Maniago Libera.
Il Cellina infatti aveva scavato una forra lunga chilometri che precludeva il transito attraverso le sue rive.
Finché agli inizi del secolo scorso la crescente richiesta di energia elettrica sbloccò la situazione con la costruzione di un canale lungo oltre sette chilometri sopra le sponde del Cellina che prendeva l'acqua poco a valle di Andreis e la portava con pendenza dolce e costante, e bucando gli ultimi rilievi, sopra la cittadina di Malnisio, in pianura.
Sopra il canale, per la maggior parte del percorso, fu realizzata una strada, detta vecchia strada della val Cellina, visto che oggi ce n'è una nuova.
Purtroppo la strada, nonostante un restauro relativamente recente, è chiusa al transito per il pericolo di caduta sassi e massi, un vero peccato perché l'ambiente che attraversa è straordinario, dal punto di vista storico e naturalistico ma anche 'estetico'.
Ma con un po' di fantasia e immaginazione si può comunque ricostruire questo magnifico percorso che nel corso degli anni ha subito qualche modifica.
Partendo dal lago di Barcis il primo tratto di strada viene aperto durante il periodo estivo al transito pedonale a pagamento, fino alla confluenza del torrente Molassa.
La confluenza, dove la forra del Cellina incontra la forra del Molassa, è raggiungibile in auto dall'altra parte, è sempre aperta ed è forse il tratto più scenografico dell'intero tracciato.
Qualche centinaio di metri a valle della confluenza era stata costruita l'opera di presa dell'acqua per la centrale di Malnisio ma il transito da qui è vietato (o almeno noi abbiamo trovato una transenna con il divieto). Come scrivevo prima, dalla presa parte un canale che corre sul fianco destro del Cellina, visibile solo in alcuni punti visto che per la maggior parte è coperto dalla strada stessa, salvo gli ultimi chilometri dove le due opere divergono:il canale devia a destra e attraverso una galleria oltrepassa i rilievi per sbucare sopra Malnisio, la strada continua sulla sponda destra della valle fino a innestarsi su quella nuova in corrispondenza del lago di Ravedis. In questo tratto in verità la situazione a suo tempo ha subito un cambiamento visto che il riempimento del lago di Ravedis rischiava di allagare la strada cosicché era stata costruita una nuova galleria che ancora una volta seguiva e sovrastava quella del canale per poi nel tratto finale deviare a sinistra e sbucare più avanti.
L'esplorazione è stata portata avanti in più uscite, in più versanti e in più parti, vista la grandezza dell'opera.
Attualmente le principali opere idrauliche che caratterizzano la val Cellina sono la diga di Ravedis al termine della valle, con lo scopo di 'difesa' della pianura dalle alluvioni, e la diga di Barcis, a scopi idroelettrici.
A Barcis ci si arriva rapidamente dalla pianura con una nuova strada, attraverso una serie di gallerie e viadotti, ma non è sempre stato così. Fino a poco più di cento anni fa il collegamento tra l'ultimo abitato della val Cellina, Andreis, e la pianura, era possibile solo attraverso una scomoda mulattiera che risaliva le pendici tra il monte Fara e il monte Jouf fino alla forcella della Croce, per poi scendere verso Maniago Libera.
Il Cellina infatti aveva scavato una forra lunga chilometri che precludeva il transito attraverso le sue rive.
Finché agli inizi del secolo scorso la crescente richiesta di energia elettrica sbloccò la situazione con la costruzione di un canale lungo oltre sette chilometri sopra le sponde del Cellina che prendeva l'acqua poco a valle di Andreis e la portava con pendenza dolce e costante, e bucando gli ultimi rilievi, sopra la cittadina di Malnisio, in pianura.
Sopra il canale, per la maggior parte del percorso, fu realizzata una strada, detta vecchia strada della val Cellina, visto che oggi ce n'è una nuova.
Purtroppo la strada, nonostante un restauro relativamente recente, è chiusa al transito per il pericolo di caduta sassi e massi, un vero peccato perché l'ambiente che attraversa è straordinario, dal punto di vista storico e naturalistico ma anche 'estetico'.
Ma con un po' di fantasia e immaginazione si può comunque ricostruire questo magnifico percorso che nel corso degli anni ha subito qualche modifica.
Partendo dal lago di Barcis il primo tratto di strada viene aperto durante il periodo estivo al transito pedonale a pagamento, fino alla confluenza del torrente Molassa.
La confluenza, dove la forra del Cellina incontra la forra del Molassa, è raggiungibile in auto dall'altra parte, è sempre aperta ed è forse il tratto più scenografico dell'intero tracciato.
Qualche centinaio di metri a valle della confluenza era stata costruita l'opera di presa dell'acqua per la centrale di Malnisio ma il transito da qui è vietato (o almeno noi abbiamo trovato una transenna con il divieto). Come scrivevo prima, dalla presa parte un canale che corre sul fianco destro del Cellina, visibile solo in alcuni punti visto che per la maggior parte è coperto dalla strada stessa, salvo gli ultimi chilometri dove le due opere divergono:il canale devia a destra e attraverso una galleria oltrepassa i rilievi per sbucare sopra Malnisio, la strada continua sulla sponda destra della valle fino a innestarsi su quella nuova in corrispondenza del lago di Ravedis. In questo tratto in verità la situazione a suo tempo ha subito un cambiamento visto che il riempimento del lago di Ravedis rischiava di allagare la strada cosicché era stata costruita una nuova galleria che ancora una volta seguiva e sovrastava quella del canale per poi nel tratto finale deviare a sinistra e sbucare più avanti.