[Monti del Sole]Clava e Palazza

Trekking, Ferrate e Ciaspe
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giangi4
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[Monti del Sole]Clava e Palazza

Messaggio da giangi4 »

Dalla guida del Sommavilla, a proposito della val Col de Spin:
"sono possibili due percorsi, entrambi di rara bellezza e interesse, in ambiente di grande severità e suggestione".

Da qualche anno sui social gira la foto di una famosa 'clava', famosa per chi frequenta o conosce i posti, chè altrimenti dovrei dire misconosciuta, un caratteristico roccione a forma di clava appoggiato in verticale sul fianco della montagna.
Nonostante una certa scenograficità non mi ha mai particolarmente attratto, non abbastanza da farmi accettare 1400 metri di dislivello su percorso lungo e un po' noioso.
È piuttosto quel trafiletto della guida ad avermi sempre stuzzicato, la zona la conosco e questo è uno dei percorsi che mi manca, casualmente al suo termine si arriva alla Clava da cui poi scendere più semplicemente per la normale.
Passate un paio di settimane piovose con un amico decidiamo di andare a fare il giro.
Partenza relativamente presto ma non prestissimo, parcheggiamo a san Gottardo e ci dirigiamo verso i Salet, dove i carabinieri hanno un allevamento di cavalli, e veniamo subito accolti dai bramiti dei cervi, è iniziata la stagione degli amori e la prateria dei cavalli è molto frequentata anche dai cervi.
Subito a fianco della casetta superiore del complesso dei Salet parte un sentierino che si alza trasversalmente verso destra lungo il fianco della montagna, intersecato dalle numerose piste dei cervi che scendono verso i prati.
E infatti incrociamo un gruppo di una decina di cerve che risalgono per rifugiarsi nei boschi soprastanti mentre piano piano i bramiti si chetano.
Il sentiero è manutenuto e segnato di rosso, così come numerosi sentierini che dipartono alla nostra sinistra, tutti a servizio dei tralicci posizionati lungo il fianco della montagna e per chi non conosce la zona possono essere parecchio fuorvianti.
Per fortuna ricordo bene qual è quello da prendere, riconoscibile perché preceduto da una paretina rocciosa.
Nel frattempo abbiamo cominciato la svestizione, la temperatura è più alta di quanto mi aspettassi, nello zaino ho addirittura il piumino, berretto di lana e guanti in pile e non è l'unico inconveniente; speravo nel freddo per tenere a bada le zecche e non ci siamo neanche spruzzati l'insetticida alla partenza, il bosco invece ne è invaso e facciamo più pause per spulciarci di quante ne richieda il fiato corto.
La nostra prima metà è il Col Bregon basso ed è importante non sbagliare direzione perché in alto un passaggio è obbligato.
Presa la prima deviazione corretta, ci alziamo lungo una vecchia mulattiera invasa da alte erbe che coprono un po' la traccia, si arriva così ad un pianoro superiore, qui non bisogna farsi trarre in inganno altre tracce più marcate ma si svolta ancora a sinistra verso l'alto, alcuni ometti ben piazzati indicano il percorso corretto.
Si sale per bosco fin sotto salti di roccia che si contornano alla base arrivando al passaggio chiave che permette di superare con un facile ma esposto sentierino la fascia rocciosa e giungere su un altro pianoro erboso dove una volta svettava un bellissimo pino cresciuto sul ciglio, purtroppo vaia l'ha abbattuto e adesso giace parzialmente vivo appoggiato su un fianco, in attesa di cadere prima o poi giù di sotto.
Si continua a salire per tornanti stando attenti a non prendere tracce secondarie fino ad arrivare ad un'ampia piazzola da boscaioli in mezzo al bosco, ben delimitata da un muretto a secco.
Da qui riparte il sentiero sempre verso l'alto fino a incrociare un evidente sentiero orizzontale ormai in prossimità del col Bregon basso che raggiungiamo girando verso sinistra e superando alcuni schianti più o meno recenti.
L'interessante sentiero principale che continua in orizzontale e si interna alto sopra la val dei Salet, viene soprannominato Zengion, lo seguiamo per un centinaio di metri in leggera salita per lasciarlo in corrispondenza di un bivio verso destra, riconoscibile perché tagliato tra i mughi mentre la traccia del Zengion scende leggermente.
Si sale tra erbe alte e tagli di grossi mughi, si supera un canale e si arriva ad un altro bivio dove in verità la traccia un po' si perde; a sinistra partirebbe in orizzontale un vecchio sentiero ormai invaso dai mughi, a destra qualche taglio invita ad attraversare un canale di terra fino ad alzarsi sulla sponda opposta e ritrovare una traccia che porta finalmente alla sella del Col Bregon Alto, facilmente raggiungibile proseguendo verso destra.
Noi invece andiamo a sinistra, attraversiamo nel punto più conveniente una fascia di schianti dove qualcuno ha operato qualche taglio, e ritroviamo più in alto la vecchia mulattiera che sale in maniera decisa verso nord.
Dove corre a fianco di una fascia di mughi bisogna fare attenzione perché, in corrispondenza di alcuni tagli, si apre a sinistra uno slargo non molto marcato, lo si rimonta e poi si sale il breve crinale tra erbe, mughi e piante fino a rientrare nel bosco. Si continua a salire con leggera tendenza a sinistra per qualche decina di metri finché si intuisce sul pendio una vecchia traccia che risale il bosco verso destra e che si fa man mano più evidente.
Mentre spiego all'amico i segni caratteristici di ogni bivio utili per non perdersi, sia in salita che in discesa, raggiungiamo la sella a monte del Laresé...mi dirà poi al ritorno di non aver prestato attenzione e memorizzato le indicazioni giacché conoscevo così bene il percorso!

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Vista verso la Rocchetta.
Ultima modifica di giangi4 il mar ott 08, 2024 6:33 pm, modificato 1 volta in totale.
giangi4
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Re: [Monti del Sole]Clava e Palazza

Messaggio da giangi4 »

La prosecuzione invece mi è sconosciuta, tiriamo fuori le relazioni e cerchiamo di racapezzarci.
Ricordavo dalle volte precedenti che ero stato sul posto un sentierino che stavolta non esiste più.
Esploriamo il fianco, troviamo qualche taglio,li seguiamo e li perdiamo, cerchiamo il percorso verso l'alto e poi verso il basso, lo ritroviamo, anzi sono due, seguiamo quello più alto, passiamo un canalino e poi nel bosco torniamo su quello più basso, probabilmente li hanno tracciati in epoche differenti seguendo la convenienza al momento.
Prendendo come riferimento l'ultimo taglio ci spostiamo verso il basso, non ne troviamo altri, torniamo indietro e ci dirigiamo verso l'alto, ancora niente, torniamo al taglio, leggiamo la relazione, proviamo ancora verso il basso dove si intuiscono le tracce di una vecchia mulattiera, ritroviamo altri tagli e la traccia diviene più marcata, usciamo dal bosco, e dopo un tratto erboso entriamo in una traccia ben tagliata tra i mughi che ci porta in un ampio canale roccioso.
Qui facciamo uno spuntino, ora la stringata relazione diventa chiara, oltre i mughi riconosciamo la forcella e il relativo canale d'accesso verso cui dirigerci, approfittiamo della pausa per liberarci di un po' di zecche che sembrano moltiplicarsi ad ogni sguardo.

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La forcella da raggiungere per accedere alla successiva valle.

Superati i mughi raggiungiamo il canale, lo risaliamo con relativa facilità e in prossimità della forcella intuiamo il baratro dall'altra parte ma senza vederlo anche il viaz da camosci che permette la prosecuzione.

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Salendo alla forcella.

Alla forcella si apre la vista sulla Val Col del Spin, di fronte un'altra cresta rocciosa con un'altra forcella, poco sopra la forcella identifichiamo la clava, da qui il percorso per raggiungerla che ci ispira di più è quella cengia mugosa in alto sulla sinistra di cui però non vediamo l'inizio.

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La clava sopra la forcella.

Dall'attuale forcella ci si alza a sinistra tra i mughi arrivando subito sotto le rocce della cima che ci sovrasta, da qui parte un sentierino inizialmente parecchio esposto che poi in qualche maniera si allarga e si addolcisce, un sasso urtato col piede cade verso il basso, solo una decina di secondi dopo si sente il rumore di una piccola frana, mi sembra perfin impossibile aver provocato tutto quel rumore.

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L'inizio del viaz.

Si superano verso il basso un paio di canalini che seppur più difficili e franosi, appaiono protettivi nei confronti dell'esposizione.

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L'esposizione si addolcisce.
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Si nota già il larice rinsecchito indicato dalla relazione.

Arriviamo in prossimità di una collinetta mugosa oltre la quale appare il larice secco indicato dalla relazione, dietro di noi la forcella e la cresta rocciosa che cala verso la val Col de Spin, l'ambiente come promesso è magnifico, una perla nascosta.

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Superata la collinetta.
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Ci dirigiamo verso il vallone superando una fascia di mughi.
giangi4
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Re: [Monti del Sole]Clava e Palazza

Messaggio da giangi4 »

Oltre la collinetta due varianti per raggiungere la forcella sulla successiva cresta, scendere oppure provare a stare in quota attraversando dei mughi ed entrare nel profondo vallone, noi scegliamo quest'ultima opzione e raggiunto il vallone lo risaliamo fin dove si restringe, vogliamo andare a saggiare la 'difficile lastronata con erba' da superare per raggiungere la cengia erbosa da camosci che sembra portare direttamente alla forcella.

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Il vallone da risalire.
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Nel vallone.
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La lastronata da superare per raggiungere la cengia mugosa.

Sentiamo in alto rumori di rocce che cadono, sono evidentemente camosci e a questo punto capiamo, anche prima i rumori non erano stati causati dalla pietra che avevo fatto cadere, non li abbiamo visti né ora né prima ma loro sicuramente si.
La lastronata si dimostra molto insidiosa, la superiamo per circa due terzi, poi però si impenna ulteriormente e decidiamo di tornare indietro, con noi abbiamo un cordino ma non ci sono chiodi ne possibilità di sosta, se più sopra la difficoltà aumentasse la ritirata sarebbe ancora più pericolosa.

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Sulla lastronata a circa due terzi.
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Rientrando.

Proviamo anche a spostarci per vedere se ci sono altre possibilità ma a vista certi passaggi non ci convincono.
giangi4
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Re: [Monti del Sole]Clava e Palazza

Messaggio da giangi4 »

Decidiamo quindi di tornare indietro alla collinetta e provare la seconda variante che affronta il canale che origina dalla forcella direttamente dal basso, la relazione parla di quattro difficili salti attrezzati spartanamente da un cordino ma non ne conosciamo le condizioni.
Scendiamo verso il basso, attraversiamo ancora una fascia di mughi e raggiungiamo il canale inizialmente ghiaioso che risaliamo al centro.
Il primo salto non presenta alcuna attrezzatura, decidiamo di passarlo sulla sinistra sfruttando alcuni mughi che però ci portano alti sul canale e il successivo traverso su roccia per rientrare nel canale appare quantomeno pericoloso.
Io perciò continuo la risalita dei mughi finché non terminano, alti sopra il canale.
A questo punto fisso in doppia il mio cordino sulle radici di un mugo, e mi calo verso il traverso di prima, trovata una buona posizione passo il cordino al mio amico che così può affrontare il traverso in relativa protezione e lo seguo a ruota.
Grazie a questa manovra ci accorgiamo di aver superato anche un secondo saltino.

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Superati i primi salti.

Risalito un tratto di ghiaie, eccoci di fronte al secondo liscio salto, questa volta attrezzato, la risalita non è comunque banale e costringe a tirare di braccia e equilibrarsi sulla placca.

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Il primo salto attrezzato.
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Si approfitta della corda.

Subito dopo un altro salto, questa volta il cordino appare penzolante, attaccato solo sotto e sopra, due chiodi intermedi sono saltati, provo dal basso ma è dura, prova l'amico sul lato dove probabilmente era fissato il cordino e passa, lo raggiungo subito dopo, per fortuna qui il cordino era più utile che necessario.

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Sul secondo salto attrezzato, provo a passare dal basso.
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Uscita dal salto, alle spalle la forcella da cui siamo arrivati e il relativo viaz per scendere nel vallone.

Infine un terzo salto attrezzato che dal basso appare banale ma che percorrendolo riserva una certa difficoltà, anche perché stretto e bagnato, il cordino finisce subito dopo ma il canale continua ad alzarsi con una certa verticalità.

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Terzo salto attrezzato.
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Più rognoso di quanto sembrasse.
Ultima modifica di giangi4 il mer ott 09, 2024 12:36 pm, modificato 1 volta in totale.
giangi4
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Re: [Monti del Sole]Clava e Palazza

Messaggio da giangi4 »

Al termine il canale si apre e sopra di noi sulla sinistra appare la famosa clava, da questa prospettiva invero poco suggestiva e forse più piccola di quanto immaginato.
La raggiungiamo direttamente dal basso, qualche foto ricordo e poi propongo all'amico di superare la forcella è raggiungere il sentiero che porta alla Palazza dove potremo mangiare e decidere con comodo la prosecuzione.

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La clava.

Percorso il breve tratto un po' immugato prima della forcella, troviamo un bel traccione ben tagliato che scende verso il fondo della successiva valletta dove troviamo qualche roccia e un tronco adatti al pranzo.
L'amico è dall'inizio che mi accenna alla cima della Palazza, io inizialmente non ne avevo tanta voglia, l'ho già fatta due volte, la parte finale non è tracciata e mi è costata una volta un'ora e un'altra volta un'ora e mezza di lotta con i mughi in salita, e chi ha già fatto l'esperienza sa di cosa si tratta.
Però da qualche anno la mia filosofia è diventata 'chissà quando e se ci tornerò qui, meglio approfittare di ogni occasione' e tutto sommato c'èanche la voglia di andare a controllare una cosa, mi avevano riferito che qualcuno avesse tagliato e tracciato il percorso attraverso i mughi e a suo tempo mi era dispiaciuto un po'.
Rifocillati riprendiamo quindi la marcia verso l'alto, in mezz'ora arriviamo in corrispondenza di cumuli di pietra dove si riconoscono le tracce di qualche vecchia stalla, alla base della fascia mugosa che costituisce la Palazza.
La prima volta ero stato sulla sinistra, la seconda mi ero buttato sulla destra, adesso proviamo al centro.
Attraversiamo i primi radi mughi, troviamo anche un taglio, forse effettivamente qualcuno ha tracciato, ma è solo un effimero segno, più in su non troviamo più niente.
In compenso sbuchiamo su un tratto di ghiaie dove rinveniamo una traccia forse di animali che si alza verso sinistra alla base di una fascia di rocce.
La superiamo in un punto più debole, saliamo ancora un breve tratto attraverso i mughi fino a trovare un'altra paretina, decidiamo di costeggiarla verso destra, chissà se è la direzione migliore, attorno a noi solo mughi.
Troviamo ancora un passaggio per superare le rocce, poi ci spostiamo ancora verso destra, qualsiasi direzione e valida in mezzo alla mugheta.
Infine l'amico trova un canale dal fondo erboso che va verso l'alto, i mughi lo chiudono completamente ma almeno i piedi poggiano su qualcosa di stabile, ci si fa avanti scostando i rami.

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Salendo alla cima, Coraie, spunta Feruch Est, cima del Camin e Stornade.

In mezz'ora siamo in cima, dall'altra parte ci sono ampi e ripidi prati dove riposare e ammirare il panorama, col tempo non siamo fortunati, è un po' grigio e nuvoloso ma la vista rimane splendida.

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Ormai in cima, vista su Fornel, Torre e cima del Mont Alt.
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Dalla cima vista sulla Peralora, verso sinistra Pizzetti-Nusieda, poco appariscente Piz de Vedana.

Nell'ometto di vetta nascosto tra le mughe ritrovo anche un libretto di vetta, qualche firma solo del 2019 ma magari qualcun altro è stato su e non ha firmato perché semplicemente non l'ha trovato.
Una ulteriore pausa per riprenderci dalla lotta, poi dobbiamo andare, la discesa sarà lunga e vogliamo evitare di rientrare col buio.
Propongo all'amico di spostarci verso la cresta di destra come avevo fatto la prima volta, che non mi sembrava male.
Sfruttiamo qualche prato per raggiungere una prima cresta di mughi, poi ci spostiamo quasi orizzontalmente per arrivare ad una seconda cresta da cui calare verso il basso, qui troviamo una traccia ben tagliata, forse effettivamente qualcuno ha tracciato.
La seguiamo verso il basso ma ben presto termina in uno slargo tagliato, a questo punto faccio l'ipotesi che siano i tagli di qualche bracconiere per un'area di posta, qui sotto infatti spesso corrono i camosci.
A questo punto ci buttiamo verso il basso tra i mughi, la lotta è certamente più facile e casualmente arriviamo in prossimità del primo salto roccioso, rientriamo quindi nell'itinerario di andata.
Da qui in poi penso sia un po' inutile descrivere in maniera particolareggiata la discesa che si svolge per la maggior parte attraverso boschi, a parte una cengia esposta ma semplice, dove è necessario soprattutto non perdere la traccia per arrivare ancora una volta ai prati dei Salet e da lì alla macchina.
Un percorso con l'andata e il ritorno un po' monotoni dove si sfruttano le vecchie mulattiere e una parte centrale che ti stupisce e ti proietta in un altro mondo.
giangi4
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Re: [Monti del Sole]Clava e Palazza

Messaggio da giangi4 »

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La cartina e il tracciato approssimato.
Davide
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Re: [Monti del Sole]Clava e Palazza

Messaggio da Davide »

In realtà le "clave" dei Monti del Sole sono più di una, e le foto di alcune sono in bella mostra al bar della Soffia ;)
Una di queste per esempio non dista molto dalla cima della Pala Alta
giangi4
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Re: [Monti del Sole]Clava e Palazza

Messaggio da giangi4 »

Dove di trova esattamente?
Sinceramente ho visto foto di diverse clave che di clava hanno poco, vanno prese da una certa angolazione altrimenti non rendono, questa è parecchio scenografica nella sua forma.
Farò un salto alla Soffia, non ricordavo foto di clave...
Davide
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Re: [Monti del Sole]Clava e Palazza

Messaggio da Davide »

Ciao Giangi, dall'intaglio tra Pala Alta e la cresta che sale al Pizzon dovresti vederla guardando verso est in sinistra idrografica
giangi4
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Re: [Monti del Sole]Clava e Palazza

Messaggio da giangi4 »

Alla prima occasione ci darò un'occhiata
È una zona che devo ancora esplorare in maniera approfondita
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