Torrione San Vito

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Davide
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Torrione San Vito

Messaggio da Davide »

Visto che un pò mi è stato chiesto, e siccome ne ho un bel ricordo, metto giù una descrizione della mia salita al Torrione San Vito, la via normale più strana, originale e di soddisfazione che ho percorso. Forse perché l'ho salita senza informazioni, senza traccia, completamente a vista. Non la metto in escursionismo ma in alpinismo per via di alcuni passaggi che per me di escursionistico hanno ben poco.

Per un progetto - fortunatamente naufragato - mi ero messo a battere tutta la zona dell'Antelao, cime, sentieri, viaz, un pò di tutto. Di tutto il massiccio, la zona più ostica si è subito rivelata in realtà quella più in vista; i due valloni ben visibili da San Vito posti sopra le piste da sci, la Val Salvella e il vallone dell'Antermoia. Ricordo bene la prima volta - che come cantano i cccp, fa sempre male - per arrivare in forcella Salvella, nella quale mi occorsero 5 ore. Nelle uscite successive, grazie alla crescente conoscenza del posto, avevo trovato due diversi accessi al vallone terminale e raggiunto abbastanza facilmente la cima della Torre Salvella, un pò meno quella di Cima Salvella (ho ancora il dubbio di aver salito quella giusta di più elevazioni). Restava da capire come accedere all'Antermoia, vallone che dava l'impressione di essere ambientalmente ancora più intrigante.

L'accesso all'Antermoia pareva precluso da salti rocciosi lisci e impraticabili, intervallati da cenge erbose e mugose infide e spioventi, che formano gli zoccoli su cui poggiano le due torri visibili da San Vito, il Torrione Salvella e il Torrione San Vito. Provo a cercare dei punti deboli ma non ne trovo. Alla fine mi infilo su per il ghiaione tra le due torri in cerca di ispirazione. In maniera del tutto inaspettata trovo un canale, o più correttamente un budello di roccia scavato nello zoccolo, largo mediamente due metri, alto una cinquantina e dallo sviluppo di circa 2/300 metri che incuneandosi nello zoccolo permette di risalirlo agevolmente. Quel che si dice, un vero e proprio regalo della natura. O una botta di culo. Non l'ho percorsa, ma mi viene in mente, per averla vista in qualche foto, la fessura del don Tita. Ad un certo punto il vallone si apre a ventaglio e sembra esaurirsi sulle pareti dello zoccolo. Scartando a sinistra e salendo per terreno sconnesso (erba e ghiaie) arrivo ad un catino sospeso. Altra sorpresa: una corda fissa ancorata a dei solidi fix permette di risalire una costola rocciosa (senza corda le difficoltà saranno di III/IV) che, trasformandosi in cengia, porta infine verso destra a mettere i piedi nello spettacolare catino dell'Antermoia.

Dopo aver trovato questo accesso, che mi è tornato molto utile per le successive frequentazioni della zona e come "rapido" avvicinamento alla parete ovest dell'Antelao, ho rivolto le attenzioni alla salita del Torrione san Vito. La morfologia stessa è molto strana: quella che da San Vito sembra un isolata torre, è in realtà la prua terminale di una bastionata allungata che sale saldandosi alla mole principale dell'Antelao.
Sapevo di alcune vie di arrampicata aperte da nomi altisonanti, in particolare la difficilissima Erto express di Icio Dall'Omo (leggo che è uno dei primi IX aperti a vista in ambiente, ed è tra le salite che è valsa a Icio il Pelmo d'Oro: https://www.caiveneto.it/res/files/agen ... 202015.pdf) e un paio di vie del triestino Michelini, che oltre a delle aperture sulla Ovest dell'Antelao (Gruviera, Ma perché te ga roto i fiori) si era pure preso la briga di aprire in quest'angolo remoto; ma per il resto il torrione sembrava inaccessibile se non appunto arrampicando. La parete rivolta all'Antermoia, invisibile da qualsiasi punto se non dalla via normale all'Antelao o dal catino stesso, si era rivelata una muraglia di calcare compatto. L'unico passepartout, scartato lo zoccolo, rimaneva pertanto l'aggiramento alla base del prominente spigolo visibile dalle piste, nella speranza di trovare poi un punto debole. E così è stato! Tutta la bancata che sorregge il torrione, visibile da San Vito, si è rivelata suggestiva, poco esposta, puntellata di larici e di facile percorrenza, ad eccezione di un salto di una decina di metri di III/IV che la interrompeva. Io sono salito e sceso senza, ma credo sia possibile attrezzare una doppia su mugo e lasciare la corda ancorata per il ritorno. Mentre passavo sotto la parete cercavo di capire i punti deboli dove salivano le vie, senza vedere tracce di chiodi o spit. Particolarmente degno di nota è stato l'attraversamento di una enorme placconata calcarea finemente incisa da rigole.

Il punto debole per salire alla vetta si è presentato molto tardi, in pratica al termine della bastionata del torrione; dopo aver risalito un breve ghiaione, l'unico cedimento è stato l'attraversamento da sinistra a destra di un breve muretto seguito da una placca inclinata. Il tratto, lungo circa una ventina di metri su difficoltà che ho valutato di circa III+/IV, è caratterizzato da calcare compattissimo e improteggibile. Pertanto va salito e sceso senza possibilità di assicurarsi. Risalito il terreno misto di ghiaie e rocce sono finalmente arrivato in cresta. Da qui, l'ennesima ed ultima stranezza di questa salita bizzarra: per arrivare in vetta ho iniziato la salita finale "scendendo" verso la cuspide sommitale, raggiungendo un intaglio netto, e con brevi passaggi di II ho guadagnato infine l'esile vetta, dalla quale il panorama era al contempo maestoso ed insolito.

In discesa mi ero messo a controllare eventuali possibilità di accesso attraverso lo zoccolo che si mantenessero su difficoltà escursionistiche; l'unico punto debole mi era sembrato un ripidissimo canalino tra i mughi, caratterizzato da roccette miste a erba e fango, chiaramente battuto dai camosci, che depositava con un tracciato relativamente sbrigativo (se paragonato a questo che avevo trovato) sul ghiaione che scende da forcella piccola. Avendo con sé una corda e dei cordini da abbandono forse ci si poteva anche pensare. Ma il terreno piuttosto infido e molto ripido, unito alle incognite relative alla discesa o risalita del ghiaione, piuttosto tormentato, mi hanno fatto optare per il rientro per la via nota.

...............

Appendice triste: questa salita è stata effettuata intorno al 2010/11, prima che la frana dell'Antelao spazzasse il vallone sottostante e si convogliasse nell'imbuto naturale che mi aveva permesso di raggiungere l'Antermoia. Non credo proprio che allo stato attuale il terreno sia assestato. Peccato perché, anche se questo tipo di salite non è propriamente il mio genere, trovare da zero un percorso articolato, suggestivo e con qualche difficoltà accettabilissima da superare era stata una esperienza abbastanza inedita, in un territorio ormai quasi completamente battuto come le dolomiti. Un caso abbastanza raro di cima salita senza nessuna indicazione. Tipo la Walker insomma :mrgreen: .

Di seguito il tracciato (molto approssimativo: anche qui dovrei andare a recuperare le foto, prima o poi troverò il tempo...). Ho segnalato in blu il tratto dove avevo trovato la corda fissa e in rosso i due tratti di III/IV (circa, non sono bravo a dare i gradi)
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giangi4
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Re: Torrione San Vito

Messaggio da giangi4 »

Hai la traccia GPS? :roll: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

Comunque bello, terzo e quarto un po' troppo per le mie possibilità purtroppo. :oops:
Dani!o
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Re: Torrione San Vito

Messaggio da Dani!o »

Davide ha scritto: mar apr 30, 2024 8:51 am Ho segnalato in blu il tratto dove avevo trovato la corda fissa e in rosso i due tratti di III/IV (circa, non sono bravo a dare i gradi)
Se per rosso intendi giallo (semicit.) allora ok :mrgreen:
Davide
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Re: Torrione San Vito

Messaggio da Davide »

Dani!o ha scritto: mar apr 30, 2024 12:21 pm
Davide ha scritto: mar apr 30, 2024 8:51 am Ho segnalato in blu il tratto dove avevo trovato la corda fissa e in rosso i due tratti di III/IV (circa, non sono bravo a dare i gradi)
Se per rosso intendi giallo (semicit.) allora ok :mrgreen:
Giusto, ho invertito i colori :oops:
giangi4
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Re: Torrione San Vito

Messaggio da giangi4 »

Vede questa macchiolina?
È la parte malata? Beh è piccolina.
No, è la parte sana (cit.) :D :D :D
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